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San Pietro Celestino (Pietro Angelerio) nacque ad Isernia, nel Molise, intorno al 1209, da una famiglia molto umile: i suoi genitori, Angelerio e Maria, erano entrambi contadini e molto religiosi. 

Sin da piccolo manifestò alla madre il proposito di voler essere “un buon servo di Dio” e da giovane, poco più che ventenne, sentì una fortissima vocazione per la vita monastica.

Nel 1230 il giovane Pietro entrò, quindi, nel monastero di Santa Maria di Faifoli (Campobasso) dove vi rimase due anni, coltivando gli studi, frequentando il noviziato e vestendo l’abito religioso.
Spinto dal desiderio di una maggiore radicalità evangelica e perfezione spirituale, con il consenso dell’Abate fra’ Pietro si ritirò, dunque, a vita eremitica, iniziando una lunga serie di peregrinanti solitudini che costituiranno la caratteristica di tutta la sua esistenza. 

Dopo la permanenza a Castel di Sangro (L’Aquila) si stabilì su un Monte vicino Sulmona dove trascorse rigidi inverni tra penitenze di ogni genere, vivendo in una cella da lui stesso scavata nella roccia. 

Negli anni 1233-1234 circa, Pietro si recò Roma dove ricevette l’ordinazione presbiterale, per poi far ritorno fra il 1235 e il 1240 alla sua amata vita eremitica, ancora in Abruzzo, sul Monte Morrone. 

La forte devozione a San Giovanni Battista lo portò a scegliere questo Santo come modello da imitare. 

Col crescere della fama della sua santità e del dono dei miracoli attribuiti alla sua intercessione, i suoi eremi, sempre più impervi, diventarono, però, meta di folle desiderose di salvezza e di pace. 

Pietro fu dunque costretto a trovare presso Sulmona, sul monte Maiella, una nuova dimora per vivere nella solitudine il suo rapporto con Dio: l’eremo di Santo Spirito, a 1130 m di altezza, dove fondò una comunità eremitica con molti giovani che chiedevano di poter condividere il suo stesso itinerario spirituale. 

Sempre ricercato dal popolo, fondò numerose comunità monastiche e, nel 1263, Papa Nicolò IV riconobbe la congregazione dei “Fratelli dello Spirito Santo”, incorporandola all’ordine benedettino. 

L’esistenza dell’istituto venne però messa in discussione, a breve distanza, dai canoni del Concilio di Lione del 1274, volti a limitare il moltiplicarsi degli ordini religiosi. 

Pietro si recò dunque a Lione e ottenne da Gregorio X la conferma dell’Istituto che in quel momento, oltre a Santo Spirito, contava 15 chiese in 5 diverse diocesi.

 

L’elezione al sommo pontificato

Di ritorno da Lione, a L’Aquila, Pietro sentì, in sogno, il forte richiamo della Vergine Maria che lo invitava ad edificare un santuario a lei dedicato nelle adiacenze della città che, fondata nel 1254 per volontà del re Corrado IV, era ancora in costruzione.

Nel 1287 iniziarono le pratiche per l’erezione di un santuario mariano e di un monastero celestiniano a L’Aquila in località Colle di Maggio (Collemaggio). 

Il 25 agosto 1288 la grandiosa Basilica, non ancora ultimata, venne consacrata, e, sempre nell’anno 1288, Pietro rinunciò al priorato generale e si ritirò nel suo ultimo e più famoso eremo, quello di sant’Onofrio. 

Qui lo raggiunse l’elezione al sommo pontificato, il 5 luglio 1294. 

L’elezione pose fine ad un lungo periodo di sede vacante, durata oltre due anni dalla morte di Papa Nicolò IV. 

I cardinali riuniti in conclave a Perugia si erano orientati sull’eremita del Morrone dopo che questi, su richiesta del re Carlo II d’Angiò, scrisse una lettera in cui li invitava ad affrettarsi a dare alla Chiesa il sommo pastore. 

La lettera destò una profonda impressione nei cardinali, soprattutto sul cardinale decano Latino Malabranca.
Quest’ultimo rivolse all’assemblea un’allocuzione in cui rivelò un sogno che fece confluire il consenso unanime verso il santo vecchio eremita: Pietro da Morrone, che ormai aveva 85 anni. 

Alla notifica dell’avvenuta elezione, Pietro fu colto da grandissimo timore e tremore. Chiese tempo, pregò a lungo, quindi prese la decisione, convinto di compiere in tal modo la volontà di Dio. 

Decise di portarsi a dorso di un asino, per seguire l’esempio del Signore, e giunse a L’Aquila nella Basilica di Collemaggio, dove, il 29 agosto 1294, Matteo Rosso Orsini, cardinale Protodiacono, gli pose in capo la tiara e il pallio papale, alla presenza di importanti esponenti del potere mondano e di una folla immensa.

Da quel momento, Pietro da Morrone fu venerato come Celestino V, diventando il 192º  Papa della Chiesa Cattolica.

Durante il suo brevissimo ma intenso pontificato concesse la Perdonanza, importante celebrazione storico – religiosa ancora oggi esistente nel capoluogo abruzzese.